Guerrieri, maghi, sacerdoti, divinità, ninfe, sirene e pastori: non manca nulla nel capolavoro di Henry Purcell, presentato nell’ambito di Vicenza In Lirica 2018.
“Quasi-opere”, o “semi-opere” , chiamatele come vi piace: questo era il genere preferito degli spettatori del Queen’s Theater o del Drury Lane di Londra nell’ultimo decennio del Seicento. Un po’ di prosa, un po’ di danza e di pantomima, molta musica trattata con massima libertà e varietà. Un mix che se sapientemente dosato che riempiva bene una serata. Henry Purcell ne scrisse cinque nell’arco di pochi anni: The Prophetess, The Fairy Queen, The Indian Queen, The Tempest, ed il King Arthur, che ci è stato riproposto in forma semiscenica nell’ambito del festival Vicenza In Lirica/Visioni barocche 2018. Senza momenti coreografici, però.
Spettacolo di prosa e musica
La parte in prosa del libretto di John Dryden è stata ridotta, adattata, portata in scena dal giovanissimo – 18 anni appena – Marco Faccin, che ha recitato i due ruoli di Arthur e Osmond; a fianco aveva due suoi coetanei, Eleonora Monteleone (Emmeline/Grimbald) e Simone Dal Ponte (Oswald/Phildel). Vengono dal Liceo Corradini di Thiene, dove dal 2016 è presente una propria compagnia teatrale, “Il colore del grano”. E mostrano convinzione in ciò che fanno.
La parte in musica vede un’orchestra di giovani nata all’interno del Progetto Crescere in Musica, che proviene dallo stesso istituto. Qui in tempi recenti – grazie all’impegno delle istituzioni territoriali ed a docenti di vaglia – si è formato un nucleo didattico musicale di notevolissimo valore. Proiettato anche all’esterno, organizza laboratori orchestrali e di musica da camera che con i loro master di perfezionamento richiamano studenti da tutta la regione. E molto conta da ultimo anche la collaborazione con il Conservatorio Pedrollo di Vicenza.
Quella che ascoltiamo è la Crescere in Musica Baroque, cioè la compagine dedita particolarmente alla musica antica. E’ guidata dal suo mèntore Sergio Gasparella: un direttore stabile, a dire il vero, non tanto più anziano di loro. Maestro al cembalo e concertatore efficientissimo, procede con dosata eleganza, calibrata souplesse, buona varietà di colori. Insieme ai suoi ragazzi ha costruito un’esecuzione strumentale esemplare, quasi già da veri professionisti.
Talenti che promettono molto
Basilari e ben disciplinati pure i due cori ai lati, formati in parte da alcuni allievi della classe di canto rinascimentale e barocco che Gemma Bertagnolli tiene nel Conservatorio vicentino. Tocca a loro dare voce ai tanti ruoli vocali di King Arthur: re e guerrieri, divinità e sacerdotesse, ninfe e pastori, nereidi e sirene, spiriti buoni e malvagi, Sono Irene Brigitte, Naoka Ohbayashi, Claudia Graziadei, Teodora Tommasi, Lucie Anna Oberhollenzer, Michele Fracasso, Flavio Nardon, Alberto Spadarotto e Alberto Peretti. Ognuno vanta già un suo carattere, tutti mostrano una preparazione ed una maturità ragguardevoli.